NOTE DAL WEBMASTER

 

 

 

 

APPUNTI PER UNA DEFINIZIONE DELL' AOR

 

 

La musica si divide solo in buona e cattiva

Jimi Hendrix

 

Se ho voluto cominciare questo pezzo mettendo in epigrafe una celebre sentenza di Jimi Hendrix, è solo per sottolineare che cercare di chiudere la musica tra recinti e steccati è un esercizio di futilità bella e buona. Ma è, talvolta, una futilità necessaria. Se non ci fossero i generi musicali, non potremmo andare facilmente a caccia degli analoghi di quanto abbiamo apprezzato, per mancanza non di esempi ma di punti di riferimento: ma incasellare è anche un male necessario, perché quando qualcuno si ritrova incasellato, hai voglia a tirarlo fuori dalla casella e provare ad appiccicargli un’altra etichetta addosso e infilarlo altrove, il vecchio marchio generalmente resiste implacabile a qualunque tentativo di strapparlo via. Dunque: cautela ad assegnare ambiti, please.

In questa sede, cercheremo di schiarirci le idee su cosa siano “precisamente” l’AOR, l’hard melodico (o melodic rock) ed il class metal (o melodic metal). Non aspettatevi però formulette o prontuari. Sono i musicisti che danno vita ai generi con la propria musica e qualunque “definizione” ha senso solo in relazione ad essi.

Il più difficile da definire è sicuramente l’AOR. Dove comincia e dove finisce, e quando e – magari – perché? Non c’è la minima concordia su questi punti fondamentali (almeno, sembrano fondamentali a me). Non ce n’è neppure sul significato dell’acronimo. Quando cominciai ad ascoltarlo, tra il 1984 ed il 1985, leggevo sulle due uniche riviste di hard rock che all’epoca uscivano nel nostro paese, che si doveva leggere Adult Oriented Rock, perché era un genere di musica rock il cui target non erano gli adolescenti ma gente con qualche anno in più sulle spalle. Ma poi ho scoperto che negli USA qualcuno lo legge Album Oriented Rock, facendo riferimento ad una sigla che si usava negli anni sessanta all’interno del mondo delle radio americane che alludeva a tutti quegli artisti che pubblicavano la propria musica preferenziando il formato LP a quello tradizionale del 45 giri. Secondo questo criterio, però, anche i Led Zeppelin erano una band AOR, dato che in tutta la loro carriera hanno fatto uscire esattamente dieci 45 giri. Il punto è, che già nei primi anni ’70 l’LP era diventato il formato standard tramite cui veniva veicolata la musica delle rock band e non si capisce perché quella sigla si debba applicare ai Journey ed ai Toto e non a John Mellecamp o Tom Petty, tanto per fare due nomi: Mellecamp non pubblicava 45 giri a camionate, e dunque era (è) Album Oriented Rock pure lui.  La lettura Adult Oriented Rock ha invece molto più senso, sopratutto se la mettiamo in relazione con quello che era il panorama della musica rock nei primissimi anni ’80: c’erano band di rock duro che sembravano avere un target adolescenziale e andavano per la maggiore (Motley Crue, Twisted Sister, Ratt eccetera), e dunque non c’era nulla di strano che certe altre band che pure pestavano sodo ma con un sound che pareva tagliato per colpire l’immaginario degli over 18 venissero etichettate di conseguenza. Ecco perché ritengo la lettura Adult Oriented Rock più plausibile e perché continuo a leggere la sigla AOR in questo modo. Ma l’AOR, in concreto, cos’è? I Journey ed i Toto, come detto. E poi, i Foreigner da ‘4’ in poi, i Loverboy, Aldo Nova, Stan Bush… Eccetera eccetera eccetera. È su una certa parte di quegli “eccetera” che ci si scanna, in genere. I REO Speedwagon sono AOR? E gli Angel? Gli Styx? E gli ZZ Top di ‘Eliminator’? Richard Marx? Ho notato che nel Nord America l’etichetta AOR viene assegnata con molta più liberalità rispetto a quanto facciamo noi. In Canada lo ritroviamo su dischi che alle mie orecchie sono di pop music e basta. Negli USA c’è l’abitudine di accorpare l’AOR con il rock West Coast, così che vengono etichettati di conseguenza anche gli Ambrosia o gli Airplay i quali, secondo il mio modestissimo e sempre opinabile giudizio, con l’AOR non hanno assolutamente nulla a che spartire. Quello degli Airplay è un caso esemplare: qua e là nel web si legge che questa band è stata tra i precursori dell’AOR, che il suo unico disco del 1980 ha aperto la strada a quanto un paio d’anni dopo avrebbero fatto Journey, Toto, Loverboy eccetera. Io non sono di questo parere: ‘Airplay’ è un album di pop West Coast e Rhythm & Blues, indubbiamente molto “tecnologico” per la sua epoca ma per nulla imparentato con quello che verrà poi. Gli manca sopratutto la “R” dell’AOR: il rock. Niente di strano, considerato che il chitarrista di questa band era Jay Graydon, che ha sempre lavorato nel campo della musica pop, soul e R&B, producendo e suonando dischi con Al Jarreau, Dionne Warwick, De Barge, Manhattan Transfer. E se togliamo quella fatidica “R” cosa resta del nostro beneamato acronimo? Ecco perché sono sempre molto sospettoso verso quelle produzioni etichettate soft o lite AOR, in cui le chitarre elettriche sembrano messe con il contagocce. Ma rifiuto di prendere in considerazione per il nostro esercito anche band come i Cars – che altri invece considerano perfettamente abili al servizio – indiscutibilmente rock ma nettamente sbilanciate verso la new wave punk stile Blondie. Dunque, stabiliamo che non basta avere la “R” nel proprio sound per vestire la divisa dell’AOR: occorre anche la “H” di Hard. Magari non maiuscola, ma che sia abbastanza presente da essere udibile e riconoscibile: se non il volume, che ci sia almeno il sound. La band che resta per me la miglior pietra di paragone sono i Journey, in particolare quelli di ‘Escape’ e ‘Frontiers’: e non per caso, dato che proprio in relazione ad ‘Escape’, nel 1981, si cominciò a parlare di AOR. Poi, naturalmente, ciascuno è libero di dilatare (o restringere) i confini del genere come gli piace, e l’AOR ha dimostrato di avere confini veramente molto labili. Ma se sperate di leggere su AORARCHIVIA recensioni di, diciamo, Lipstick, Timothy Drury, Chicago o Supertramp, debbo deludere le vostre aspettative: per me quello non è AOR: west coast, pop rock, o come vi pare ma certo non Adult Oriented Rock.

Il Class Metal, apparentemente, è invece il genere più semplice a definirsi. Il termine viene usato per la prima volta in relazione al disco dei Dokken ‘Under lock and key’, uscito nel 1985 (pare sia stato coniato da Beppe Riva assieme all'analogo "Class Rock"). Come dire: Heavy Metal, ma senza tutte le pesantezze epico/mistico/mortifere che all’Heavy Metal di solito associamo. Io uso anche l’etichetta “Metal Californiano”, perché proprio a Los Angeles un certo genere di metal ebbe i natali e si sviluppò, e mi riferisco a quanto suonavano Motley Crue, Ratt, Keel, Quiet Riot eccetera. Il Class Metal ed il Metal Californiano sono la stessa cosa? Nei Big 80s, no. Class venivano etichettati, per esempio, Winger, Hurricane ed Heaven’s Edge. Che avevano certo nel loro sound elementi californiani, ma anche un range espressivo più ampio. Una band di Metal Californiano erano invece i Firehouse, che però, ai bei tempi che furono, veniva anche inclusa nella lista del Class Metal. E allora? Salomonicamente, diciamo che i Firehouse stavano con un piede nel Metal Californiano ed uno nel Class. Alla fine, non è così semplice incasellare la proposta di una band (a meno che la band stessa non sia propensa a farsi incasellare, of course). Da qualche tempo è poi invalsa l’etichetta Melodic Metal, che a me sembra un po’ troppo generica, anche perché viene usata indifferentemente per il metal tedesco, che è invece un sottogenere dal sound particolare e facilmente identificabile, e addirittura per certo metal classico, come quello degli Iron Maiden (e non c’è dubbio che i Maiden appaiano melodici quando paragonati alla massa di belve sanguinarie della scena Death/Black che ormai sembra monopolizzare l’interesse del metallaro medio). Negli USA è poi sempre molto di moda quella di Hair Metal, che io mi rifiuto di adottare perché la trovo insultante e offensiva per il nostro genere.

L’Hard Rock Melodico o Melodic Rock ha confini forse ancora più incerti rispetto all’AOR: sta a mezza strada tra l’AOR ed il Class Metal, ed è più facile definirlo per esclusione, ovvero: tutto quello che è troppo heavy per essere AOR e troppo leggero per essere Class Metal, è Hard Melodico. I Def Leppard erano (sono?) una band di Hard Melodico, perché fanno hard rock, ma dell’Heavy Metal hanno poco o nulla  e non sono abbastanza patinati da rientrare nell’AOR. Stesso discorso per Bon Jovi, Autograph, Heart, Billy Squier eccetera. Possiamo individuare al suo interno sottogeneri come il Party Rock, la sostanza non cambia: l’Hard Melodico è un calderone in cui ficchiamo tutto quello che non trova collocazione nei due ambiti già esaminati.

Naturalmente nulla vieta ad una band di passare i confini tra i generi da un disco all’altro o nello stesso disco, così che in un singolo lavoro possiamo trovare brani AOR, altri di Class Metal e altri ancora di Hard Melodico. O, magari, trovare una o più canzoni ascrivibili ai nostri generi in album per il resto consacrati ad altre forme di musica pop, rock o metal.

La cosa veramente importante, alla fine, è che non si venga presi dal furore classificatorio fino al punto da rifiutare in blocco e aprioristicamente tutto quello che non viene marchiato con etichette che già sappiamo di nostro gradimento, dimenticando che sono sempre e soltanto questo: etichette.