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A essere fan di Paul Rodgers, senza dubbio si fa una vita agra. La frequenza media delle uscite è circa una ogni sette - otto anni, e il più delle volte si tratta di live o cover album. Per avere un disco di studio con del materiale nuovo e inedito occorre aspettare molto di più: l’ultimo uscì nel 1999, e parliamo ovviamente di ‘Electric’. Ci sono spiccate differenze tra quello e ‘Midnight Rose’? Sostanzialmente nessuna a livello di sound, e va benissimo così. Abbiamo invece qui arrangiamenti più ricchi e densi, una produzione sofisticata (dietro il banco del mixer stavolta c’è nientemeno che Bob Rock) e una backing band di grande sostanza (le parti di chitarra sono dovute a Ray Roper e Keith Scott). “Coming Home” apre le danze a tempo di boogie, “Photo Shooter” è (testo a parte) una tipica cavalcata da film western mentre la title track si rivela una ballad dai riflessi country che sale in un crescendo lento e gentile. “Living It Up” è propulsa da un riffone secco e rauco di chitarra doppiato dall’Hammond, una canzone maschia che fa più Led Zeppelin che Bad Company, con una bella virata funk prima del coro, “Dance In The Sun” tiene fede al titolo essendo una ballad solare, elettroacustica, zingaresca. Classicissime le atmosfere in chiaroscuro di “Take Love”, con le sue belle ombre southern, ed è di nuovo un’epicità da film western a caratterizzare “Highway Robber” (e qui il testo si sposa perfettamente alla musica). Gran finale con “Melting”, bluesy, fascinosa e incantata prima di infiammarsi nel refrain… Ed è tutto qui: otto canzoni, poco più di trentadue minuti la durata complessiva. Che siano grandi canzoni, arrangiate e prodotte magnificamente, è una magra consolazione: era da quasi un quarto di secolo che aspettavamo materiale nuovo e otteniamo appena una mezz’ora di musica… Ma per chiunque ami il sound degli ultimi Bad Company con Paul al microfono e quanto lui ha fatto in solitario, ‘Midnight Rose’ è comunque manna dal cielo.
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