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Dei canadesi Simon Chase
possiamo dire, innanzitutto, che canadesi non sembravano:
praticavano un AOR hard edged di schietta matrice americana,
passando con disinvoltura dai Journey (replicati fino al plagio
in “Don’t Let Go”, abbinati ai
Survivor su “Fire In The Rain” e ai
Boston in "Rosanne", riproposti in
versione high tech con “Surrender”)
ai Bon Jovi (in prevalenza in “One More
Night” e “Long Distance Rider”),
sparando con “Try To Leave It” una
canzone dal ritmo sostenuto smaltata di tastiere arena rock,
mentre su “Dangerous Eyes” le keys
prendevano una dimensione pomp, fra percussioni sintetiche e
chitarre d’atmosfera. Il brano più interessante era però
l’eclettico strumentale “Paradox In The
Matrix”, con la chitarra solista che tracciava una
melodia dai toni messicaneggianti in un contesto high tech da
fusion music. Introvabile su eBay, dai rivenditori specializzati
il CD (originale o la ristampa a tiratura limitata Long Island
del 1995) parte da 35 euro e a volte supera i 100, ma gli LP
Axe passano di mano tra gli otto e i dieci euro: quotazioni
giustificate dalla rarità del prodotto, ma per me ‘Thrill
Of The Chase’ è album comunque riservato ai completisti
dell’AOR Made in Canada.
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